Come utilizzare il digital marketing nel B2B

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Come utilizzare il digital marketing nel B2B?

Anche le imprese che operano in questo settore, per attuare una strategia di successo, hanno bisogno di integrare alle tradizionali logiche di business, attività digitali.

In questo articolo BriefMe cercherà di evidenziare le differenze tra attività B2B e B2C e come le prime si muovono nel mondo del web.


Fin ora abbiamo analizzato le attività digitali per le imprese B2C, le quali incentrano le loro attività sul coinvolgimento dell’utente finale.

Vi è un’altra categorie di imprese che non ha bisogno di comunicare con il cliente finale ma bensì con altre imprese, ed anche in questo caso, risulta indispensabile la presenza del digital nella formulazione di strategie di marketing.

In questo articolo parliamo proprio di questo e ti spieghiamo come utilizzare il digital marketing nel B2B.


I social sono diventati uno strumento importantissimo per ogni attività, ciò che cambia è come vengono utilizzati. Sappiamo che le aziende devono raggiungere degli obiettivi specifici quindi, ciò che si deve sempre tener a mente per una  corretta gestione è l’obiettivo che si intende perseguire.


Ad esempio, una ricerca del 2015 (Benchmarks, Budget and Trends) evidenzia la differenza tra gli obiettivi che le diverse tipologie di aziende intendono perseguire con l’utilizzo di strategie digital:


Possiamo notare le prime differenza tra le imprese B2C e B2B.

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 Nel B2C le aziende hanno come scopo coinvolgere l’utente e registrate un tasso sempre maggiore di conversione (mi piace, commenti, call to action, condivisione).

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Come utilizzare il digital marketing nel B2B

Nelle attività B2B il ragionamento è differente. Le aziende puntano ad informare gli utenti e soprattutto, a diventare un punto di riferimento, accrescendo così la brand awareness.

Ciò che meglio si “vende” nel digital sono i contenuti. La pubblicazione di contenuti curati e profondamente settoriali, genera sicurezza innalzando il posizionamento dell’impresa nella mente del consumatore.


Dalla ricerca precedente emerge che le imprese considerate, investono il 25% del budget in attività di content marketing e produzione di contenuti, evidenziando un rapporto positivo con il ritorno dell’investimento.

Anche un’altra ricerca del 2013 (Grande Guide to B2B Content Markting,) dimostra che le aziende che operano nel mercato B2B (soprattutto quelle di piccole dimensioni) sono più  propense ad investire in contenuti che in iniziative pay.


Le imprese che intendono operare nel digital, non possono fare a meno di due strumenti importantissimi : il sito internet e dei canali social.

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Il sito internet è sostanzialmente la presenza ufficiale dell’impresa nel web, per cui deve essere ben strutturato, facile, intuitivo e soprattutto contenere le informazioni più “intime” dell’azienda come principi, valori e la storia dell’impresa.

Le imprese B2B incentrano le attività digital sulla creazione di contenuti, pertanto non può mancare la sezione dedicata al blog aziendale per la distribuzione dei propri contenuti e perché no, migliorare la SEO.


Ma il sito internet da solo non basta, bisogna diffondere i contenuti e dare un immagine dell’azienda meno “distante”, quindi iniziamo a selezionare i social più adatti per le imprese che operano nel B2B.


Primo fra tutti è LinkedIn, il social per le attività professionali. LinkedIn ha un vantaggio, essendo un social estremamente professionale, le aziende lo utilizzano per pubblicare articoli dai propri blog o le proprie attività avvicinando potenziali clienti o figure professionali interessati alle attività.

Nel B2B è importante stringere relazioni e soprattutto coltivarle, quindi tanto più interessati saranno i follower tanto maggiori saranno le possibilità di stringere relazioni con questi.


Un altro social che si basa sulle relazioni è Facebook. Il social mostra anche un altro vantaggio: attraverso le campagne sponsorizzate è possibile intercettare user che hanno inserito nei loro interessi personali, punti in comune con il settore di riferimento (hobbies, lavoro, interessi ecc), e avvicinare, anche in questo caso, user che potrebbero essere interessati alle attività aziendali.


Anche Twitter non è da meno. Dispone di un pubblico maturo e dopo l’ultima notifica, è possibile monitorare le attività di business.
Ovviamente il social varia anche in funzione del prodotto- servizio che si intende offrire.


Nel B2B, ciò che conta davvero è avere degli evangelist pronti a diffondere il “verbo” in rete. Gli evangelist sono clienti o meglio ancora influencer, che “parlano” di un prodotto/servizio dell’azienda in questione, riscuotendo un’elevata notorietà e consenso nelle community o social. Un po’ il “passaparola” virtuale, per intenderci.


Per farla breve, le imprese che operano nel campo del B2B utilizzano i social per distribuire i propri contenuti e generare contatti con gli utenti con un unico fine, accrescere la propria notorietà.


A differenza del B2C l’ottica è differente e tendenzialmente più contorta ma, operare nel B2B ricopre alcuni vantaggi, uno tra tutti è la possibilità di un pubblico ben targetizzato e che protende maggiormente a seguire le attività dell’azienda, rispetto quanto accade del B2C.

Ora che hai capito come utilizzare il digital nel B2B raccontaci del tuo progetto scrivendo a hello@briefme.it o visita la pagina dedicata a tutti i nostri servizi.

Stay tuned, stay engaged e stay happy.

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